Bosco d’Alcamo
La Riserva Naturale Orientata Bosco d'Alcamo ricopre la sommità del Monte Bonifato creando, sul suo complesso calcareo, una piccola area con 314 ettari di fitta vegetazione.
Per tutto il XIX secolo, nello stesso luogo si poteva godere di un bosco di latifoglie che purtroppo è andato perduto a causa di una sconsiderata interferenza dell’uomo.
Dall’inizio del ‘900, si è preceduto ad un rimboscamento per fasi successive, protrattosi per circa 60 anni, che ha generato il bosco che noi oggi conosciamo.
Interessante è il fatto che alla vegetazione volutamente innestata si sono aggiunti spontaneamente esemplari di latifoglie, segno della precedente natura del monte. La particolare composizione della zona fa sì che convivano esemplari di differente età ed intensità d’impianto.
L’ecosistema è ancora in assestamento ma si sta comunque avviando verso una fase di climax, momento in cui flora e fauna raggiungono quello stato d’equilibro che si mantiene immutato fino a che non cambiano le condizioni climatiche della zona.
Il castello di Ventimiglia – Custoditi dagli alberi, i ruderi di un piccolo borgo medioevale formano un’immagine piuttosto suggestiva.
La cima del monte, per l’abbondante presenza d’acqua e per l’ottima posizione geografica che permetteva di controllare il sottostante golfo di Castellammare, era un luogo perfetto per la creazione di una comunità. E’ per questo che gli Elimi vi si insediarono dopo aver conquistato Segesta.
Il verde intenso ben si sposa ora con le antiche pietre della spessa cinta muraria, con i resti delle abitazioni, le cisterne per l’acqua e il castello d’origine araba che Enrico di Ventimiglia riportò al suo splendore nel 1397.
Delle quattro torri che ne segnano il perimetro, la torre di nord-ovest è quella giunta a noi in condizioni migliori, fortunatamente quasi integra. La vedrete ergersi su tre piani, per un’altezza complessiva di 19 m, chiusa da una volta a botte. Sempre sullo stesso versante del monte, potete riconoscere gli stipiti di quello che un tempo fu l’ingresso alla città, la cosiddetta “Porta della regina”.
La Funtanazza – Al di fuori della cinta muraria, è ubicata “la Funtanazza”, un grande serbatoio che raccoglieva le acque della sorgente sovrastante. Con una tecnica architettonica piuttosto evoluta per l’epoca, era ricoperta da una volta ogivale sorretta da 4 archi.
Itinerari
All’interno della riserva, potete scegliere fra 3 percorsi diversi:
Sentiero archeologico
Il sentiero archeologico si snoda tra i ruderi del piccolo borgo medievale Bunifat posto sulla cima del Monte Bonifato, alla scoperta dei resti dell’antica comunità.
I dati archeologici riguardanti tale periodo sono arricchiti dalle emergenze monumentali che si scorgono lungo il percorso: la Funtanazza (serbatoio pubblico medievale), la Porta della Regina (il più importante degli accessi all’abitato); i resti delle abitazioni, le cisterne, con le volte a sesto acuto e/o a botte, realizzate per sopperire alla carenza d’acqua nel centro abitato e databili tra il XII e il XIII secolo, le due torri che chiudono le fortificazioni sui versanti Est e Sud-Ovest, il possente muro di cinta, di larghezza pressoché uniforme di due metri, che si sviluppava in almeno quattro lunghi tronconi e cingeva l’abitato di monte Bonifato, le neviere, che costituivano anche un ulteriore riserva idrica e il Castello di Ventimiglia, di architettura sveva, che si avvaleva della posizione naturalmente forte ed era rafforzata da quattro torri impostate a cavaliere sulla cortina muraria. Attualmente si conserva la torre principale, un robusto torrione (10x17) m dotato di piccole feritoie a toppa.
Sentiero delle Orchidee
Tempo di percorrenza: 1 ora | Difficoltà: bassa | Lunghezza: 850 metri
Il sentiero, tracciato sul versante Ovest, si insinua attraverso pini domestici e pini d’aleppo di recente impianto, nonché cipressi e frassini dai quali un tempo si estraeva la manna. La minore densità degli alberi con conseguente migliore insolazione del suolo è la causa della presenza di un sottobosco con un maggiore sviluppo e varietà di specie. Tra queste, quelle arbustive che lo compongono: l’ogliastro i cui teneri rami vengono utilizzati per l’intreccio di ceste, il prugnolo dalle molteplici proprietà medicinali. Tra le specie erbacee troviamo qui come in tutta la riserva il pungitopo, il cui rizoma insieme alle radici di asparago è impiegato nella preparazione di infusi e distillati. Caratteristica del percorso è la presenza di 28 specie di orchidee che all’ombra del sentiero trovano il loro habitat naturale. Da agosto ad ottobre insieme alla fioritura delle orchidee si possono osservare le lunghe infiorescenze della scilla marittima il cui bulbo ha proprietà cardiotoniche.
Sentiero San Nicola
Tempo di percorrenza: 2 ore e mezza | Difficoltà: media | Lunghezza: 1800 metri
Percorrere questo sentiero per il visitatore è fare, nella buona stagione, un bagno di sole e di profumi. Il paesaggio qui cambia radicalmente, lo sguardo spazia verso sud e l’interno della Sicilia. Ai lati del sentiero alberi di giuda, terebinto e cespugli di lentisco dalla cui corteccia si estrae la resina nota come mastice di chio. I declivi rocciosi sono occupati dalla gariga: l’ampelodesma, la palma nana, la ferula, il cappero, piante che hanno rivestito un ruolo importante nell’economia contadina di un tempo. Il giallo delle ginestre e l’odore pungente della ruta, dell’assenzio, dell’origano e della menta selvatica. Le giovani chiome del pino d’aleppo, “albero pioniere” ricoprono il sottobosco in cui predomina l’asparago pungente i cui teneri germogli vengono consumati lessi in risotti e frittate. Lungo il sentiero la vegetazione cambia a causa dell’altitudine: l’euforbia cespugliosa lascia il posto all’euforbia arborescente e all’acanto che si trovano solo ad una altezza di 500 metri.
E’ a vostra disposizione anche un’area attrezzata munita di barbecue e tavoli in pietra.
Ente Gestore – Provincia Regionale di Trapani
Via Vito Carrera 23
Tel. 0923 873678
Come arrivare
In aereo
- Aeroporto Trapani/Birgi “Vincenzo Florio”
- Aeroporto Palermo “Falcone e Borsellino”
In autobus
www.aziendasicilianatrasporti.it
In auto
- autostrada A/29. Uscita per Alcamo: la riserva si trova a 6 Km dall’abitato, sulla vetta del Monte Bonifato
L’ATI vivilbosco, in collaborazione con il CEA Sicilia e con il supporto di un’ampia rete di partenariato, è impegnata da alcuni mesi nella riattivazione e gestione del Centro di Educazione Ambientale e dei servizi di fruizione della Riserva Naturale Orientata Bosco d’Alcamo.
Il cea vivilbosco si propone come cuore e motore del progetto di tutela e valorizzazione culturale, naturalistica, turistica e sportiva della RNO Bosco d’Alcamo attraverso un articolato programma di attività e servizi tra i quali: laboratori didattici e divulgativi, campi scuola, escursioni, birdwatching, trekking e visite guidate.
Le attività del C.E.A. prevedono la realizzazione di una molteplicità di iniziative, tra le quali:
- Laboratori creativi, didattici e divulgativi attraverso il gioco e la creatività, per sensibilizzare i bambini sui temi del riuso, del riciclo e del rispetto per l’ambiente e renderli più consapevoli e sostenibili nei loro gesti quotidiani.
Il laboratorio sarà caratterizzato da un allestimento indirizzato all’esperienza didattica, con la possibilità di approfondire tematiche inerenti biologia, zoologia, geologia, botanica, fisica, chimica e geografia astronomica. Le attività didattiche saranno agevolate inoltre dalla possibilità di proiettare su schermo le immagini osservabili su microscopio.
- Campi scuola diversificati per età e durata (1 settimana, 3 giorni, un fine settimana). Per molti giovani partecipare ad un campo scuola residenziale rappresenta l’occasione propizia e previlegiata per guardare lontano, per ampliare i propri orizzonti, per aquisire idee e prospettive nuove; per molti può diventare l’ingresso in un mondo diverso, una vera e propria crescita; per tutti è un’esperienza “forte”, capace di dare nuove motivazioni e di arricchire la propria responsabilità.
Tutti impareranno a montare la tenda e vivranno la magica esperienza della notte nel bosco!
- Ricerca e documentazione ambientale, attività di formazione ed aggiornamento, attraverso la realizzazione di progetti di ricerca aventi ad oggetto la flora, la fauna, i ruderi archeologici e le risorse etno-antropologiche di Alcamo e del suo bosco.
- Escursioni, trekking e visite guidate alla scoperta del Monte Bonifato che nasconde ancora scenari fantastici, attraverso il sentiero archeologico, il sentiero di San Nicola e il sentiero delle Orchidee, accompagnati da guide ambientali escursionistiche capaci di svelare tutti i segreti della natura.
Elementi di interesse nella RNO, la presenza dei percorsi acrobatici forestali, dell’area attrezzata, dell’ostello e di un punto ristoro.
Completano le attività del CEA, la promozione di progetti di ricerca e la presenza di una biblioteca specializzata in materia ambientale.
Per maggiori informazioni:
scarica il depliant in pdf
R.N.O. Bosco d’Alcamo – Monte Bonifato
Via per Monte Bonifato/Funtanazza
Info: 328 9890361
Tel.0924-202626
Fax 0924-202625
www.boscoalcamo.it; info@boscoalcamo.it
COME RAGGIUNGERCI:
Autostrada A29 uscita Alcamo Ovest
Proseguire in direzione Alcamo
All’ingresso della città mantenere la destra e percorrere Corso Generale dei Medici
Svoltare leggermente a sinistra
Subito dopo a destra per Piazza Pittore Renda
Proseguire dritto per Viale Italia fino alla rotonda
Prendere la seconda uscita ed imboccare Viale Europa
Seguire le indicazioni per la Riserva Naturale Orientata Bosco d’Alcamo
Svoltare a destra per Via Monte Bonifato e percorrere tutti i tornanti per alcuni Km fino al piazzale Funtanazza
Indicazione navigatore: riserva naturale bosco Alcamo
Coordinate: 37°57’33” N 12°57’38” E
|